Un trattamento precoce con Bexxar può migliorare gli outcome nei pazienti con linfoma non-Hodgkin
Gli outcome di trattamento associati al regime terapeutico Bexxar ( Tositumomab e Tositumomab iodio 131 ) nei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin sono migliorati notevolmente quando il Bexxar è stato somministrato precocemente.
Un’analisi di 10 studi clinici ha posto a confronto le risposte al trattamento di 1.177 pazienti sottoposti al regime Bexxar come trattamento di prima, seconda, terza o quarta linea ( o più ).
L’età media dei pazienti era di 57 anni, con un numero leggermente superiore di uomini rispetto alle donne ( 54% versus 46% ).
Il tempo medio dalla diagnosi del linfoma non-Hodgkin all’inizio del trattamento con Bexxar era di 40 mesi.
Nel 90% dei pazienti è stata riscontrata una malattia di grado III/IV, il 47% presentava un diametro del tumore uguale o superiore a 5cm e nel 44% dei casi è stato osservato un tumore nel midollo osseo.
Il confronto tra le percentuali di risposta è stato effettuato su 540 pazienti che avevano ricevuto Bexxar dopo almeno 3 precedenti terapie ( quarta linea o più ), 228 pazienti trattati con Bexxar dopo 2 precedenti terapie ( terza linea ), 226 dopo una sola precedente terapia ( seconda linea ) e 141 non trattati precedentemente ( prima linea ).
Le differenze nella percentuale di risposta, durata media di risposta, percentuale di risposta completa, durata media di risposta completa e sopravvivenza libera da progressione superiore ad 1 anno sono risultate altamente significative dal punto di vista statistico ( p < 0.001 ).
la percentuale di risposta completa con Bexxar come terapia di quarta linea o più è stata del 23%, contro il 46% come terapia di seconda linea.
Allo stesso modo la sopravvivenza libera da progressione superiore ad 1 anno è stata del 59% per i pazienti di seconda linea rispetto al 27% di quelli che avevano ricevuto Bexxar come terapia di quarta linea o più.
Il regime terapeutico Bexxar è indicato per il trattamento dei pazienti con linfoma non-Hodgkin trasformato, follicolare, a basso grado, recidivante, refrattario, esprimente l’antigene CD20, comprendendo anche pazienti con linfoma non-Hodgkin refrattario al Rituximab.
Gli effetti del regime terapeutico con Bexxar sulla sopravvivenza non sono noti.
La terapia con Bexxar non è indicata per il trattamento iniziale dei pazienti con linfoma non-Hodgkin positivo per CD20.
Il regime con Bexaar prevede un singolo ciclo terapeutico.
Non è stata valutata la sicurezza di molteplici cicli di trattamento con Bexxar, la combinazione di tale regime terapeutico con altre forme di irradiazione o di chemioterapia.
Il Bexxar associa la capacità di un anticorpo monoclonale ( Tositumomab ) di individuare il bersaglio con l’azione terapeutica della radiazione ( iodio 131 ).
Il regime radioimmunoterapeutico Bexxar è in grado di legarsi all’antigene target CD20 che è presente sulle cellule B, comprendendo le cellule normali e quelle tumorali del linfoma non-Hodgkin, permettendo una radiazione mirata.
I pazienti in stato di gravidanza o allergici a qualcuno dei componenti del regime terapeutico non dovrebbero assumere Bexxar.
Reazioni di ipersensibilità grave, anche con esiti fatali, sono state riscontrate con il regime terapeutico Bexxar.
Nella maggioranza dei pazienti il trattamento con Bexxar produce una significativa riduzione della conta ematica ( piastrine, globuli bianchi e globuli rossi ) con grave rischio per la vita, per un esteso periodo di tempo ( circa 1 mese ), ed in alcuni pazienti queste diminuzioni sono perdurate per più di 90 giorni.
In metà dei pazienti sono state riscontrate infezioni, sanguinamento in 1 su 8 pazienti, ed, in circa 1 su 4, è stato necessario un intervento di supporto.
Altre reazioni meno gravi durante l’infusione o in seguito ad essa comprendono: febbre, brividi, sudore, nausea, abbassamento della pressione sanguigna, fiato corto e difficoltà respiratorie.
I pazienti possono manifestare anche debolezza, febbre, nausea, aumento della coagulazione, infezione, dolore, brividi, rash e cefalea.
In seguito a somministrazione di Bexxar può manifestarsi ipotiroidismo.
Poiché il regime terapeutico con Bexxar contiene una componente murina, la somministrazione del farmaco può indurre la produzione di anticorpi HAMA nei pazienti trattati.
Lo sviluppo di un secondo tumore ematico o di tumori solidi è stato osservato in seguito a certe terapie anti-tumorali, compreso il Bexxar.
In un periodo medio di follow-up di 29 mesi, 45 casi di sindrome mielodisplastica e/o di leucemia e 65 casi di tumori secondari in 54 pazienti sono stati osservati tra i 995 pazienti arruolati nello studio con Bexxar.
Il rischio di sviluppare tumori secondari nei pazienti in trattamento con Bexxar rispetto all’incidenza basale in questa popolazione non è stato determinato a causa della mancanza di studi comparativi appropriati.
Dopo aver iniziato la terapia con Bexxar, meno del 5% dei pazienti ha riscontrato perdita dei capelli o nausea grave, vomito o mucosite ( dolori alla bocca o al tratto gastrointestinale ).
I medici devono essere addestrati in modo specifico per somministrare il regime Bexxar. ( Xagena2005 )
Fonte: 41st Annual Meeting of the American Society of Clinical Oncology ( ASCO ), 2005
Onco2005 Emato2005 Farma2005
Indietro
Altri articoli
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Modelli di progressione dopo inibitori del checkpoint immunitario per il linfoma di Hodgkin: implicazioni per la radioterapia
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno dimostrato tassi di risposta notevoli nel linfoma di Hodgkin ( HL...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Brentuximab Vedotin più regime AVD per il trattamento di prima linea del linfoma di Hodgkin sfavorevole in stadio iniziale: studio BREACH
La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Brentuximab vedotin con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina per il linfoma di Hodgkin correlato all'HIV in stadio II-IV
Brentuximab vedotin ( Adcetris ) in combinazione con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina ( regime AVD ) è approvato nella terapia...
Immunoterapia a base di Nivolumab associato a Brentuximab vedotin, un anticorpo monoclonale anti-CD30, nei pazienti recidivanti con linfoma di Hodgkin classico già sottoposti a trapianto autologo
In alcuni pazienti il linfoma di Hodgkin può non-rispondere al trattamento iniziale o ripresentarsi dopo un’apparente risposta poco tempo dopo...
Pembrolizumab più Vorinostat induce risposte nei pazienti con linfoma di Hodgkin refrattario a precedente blocco di PD-1
Uno studio di fase 1 ha valutato l’aggiunta di Vorinostat ( Zolinza ) a Pembrolizumab ( Keytruda ) nei pazienti...
Ibrutinib più RICE o RVICI per linfoma non-Hodgkin maturo a cellule B recidivato / refrattario in bambini e giovani adulti: studio SPARKLE
I risultati della Parte 1 dello studio globale di fase 3 SPARKLE, in aperto, randomizzato, supportano la valutazione continua di...